Sono molti gli studi che fanno il paragone tra Amazon e le altre Big Tech e i monopoli del passato, una delle cose che ho cercato di mettere in evidenza nel mio è che si tratta di monopoli su cui facciamo affidamento come se fossero servizi pubblici. Non possiamo immaginare di fare una ricerca senza Google o di trovare una strada senza un’applicazione di mappe. La novità rispetto ai monopoli come quello dell’acciaio è che non solo si tratta di nodi indispensabili dell’attività economica. Con le Big Tech abbiamo un rapporto personale, ci affidiamo a loro in modi nei quali non siamo nemmeno del tutto consapevoli. Queste imprese combinano il potere di essere uno snodo centrale dell’economia e quello di generare un rapporto di dipendenza con i consumatori. Allo stesso modo hanno ottenuto di rendere il loro marchio popolare, come imprese quali la Lego o Disney. Abbiamo insomma un rapporto intenso e personale (si pensi ai social network) con queste aziende che ci imbrigliano in molti modi. Questo rapporto personale gestito attraverso le app è anche un modo per usare i consumatori nelle battaglie politiche contro le istituzioni che provano a imporre loro delle regole. Per fare un esempio tra tanti: Uber è entrata nel mercato USA dei trasporti approfittando di un vuoto legislativo e quando le autorità hanno cercato di regolamentarla, la app ha inviato a ciascun utente un messaggio che recitava più o meno “Se vietano Uber, dovrete pagare e aspettare di più per un taxi ma se premete questo pulsante invierete una lettera ai vostri funzionari eletti dicendo loro quanto vi serviamo”.
Thelen è stata intervistata dal quotidiano Domani, l’intervista completa si può leggere qui